FILOSOFIA E TEOLOGIA
Sito ufficiale dell'Associazione Italiana per gli Studi di Filosofia e Teologia (AISFET)
 
Autore   Roberto DEL RICCIO - Giuseppe GUGLIELMI
Titolo  
Il peccato originale. Riscoperta di un’intenzione
Pagine  
239-255
Abstract  

Il cristianesimo attesta che l’uomo è attraversato dal desiderio di conoscenza e amore, ma che al tempo stesso non è alieno da una vita inautentica e fallibile e che, quindi, la colpa rientra tra i dati antropologici da cui non si può prescindere (peccato originale). In tal senso il peccato originale non è una figura, ma una realtà, della quale le enunciazioni dogmatiche e la riflessione teologia cercano di dare ragione. Nel corso dei secoli però la dottrina del peccato originale, identificandosi con la rappresentazione empirico-cronologica di un progenitore originario (Adamo), è diventata piuttosto una mera figura, e così, da una parte, ha perso non solo la sua funzione di richiamo nei confronti della colpa quale dimensione propria dell’esperienza umana, dall’altra, contro l’intenzione stessa che l’ha originata, ha finito per non contrastarne efficacemente l’eclissi.

Christianity testifies that man is moved by the desire of knowledge and love, but at the same time that he is not extraneous to an inauthentic and fallible life and, thus, guilt falls within the anthropological data that one necessarily must consider (original sin). From this point of view, original sin is not only a figure but also a reality which dogmatic assertions and theological reflections try to account for. However in the course of centuries the original doctrine of sin, identifying itself with the empirical-chronological representation of an original progenitor (Adam), has become rather a mere figure: on one hand it has lost its function of making one remember that guilt is a characteristic of human experience, on the other it has no longer been able to oppose efficaciously the eclipse of guilt.

     
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