FILOSOFIA E TEOLOGIA
Sito ufficiale dell'Associazione Italiana per gli Studi di Filosofia e Teologia (AISFET)
 
Autore   Carla DANANI
Titolo   La religione nello spazio pubblico. Prendere forma di spazi: una riflessione filosofica / Religion in the public space. Taking form of spaces: a philosophical evaluation
Pagine   507-527
Abstract  

La riflessione si avvia dal dibattito filosofico in corso tra alcune teorie della giustizia che, interrogandosi sul legame sociale e ciò che lo legittima, prendono in considerazione anche il ruolo delle religioni. Esse affrontano il tema secondo prospettive differenti che si tratta di mettere in valore e altresì di integrare: nello specifico, con il riferimento ai paradigmi teorici che si rivolgono direttamente alla considerazione della spazialità. Per questa via si viene a parlare quindi di 'giustizia spaziale'. Raccogliendo il suggerimento ad assumere in modo esplicito la considerazione della spazialità, come costitutiva dell'umano, anche per comprendere il fenomeno religioso, sembra così aprirsi una non scontata prospettiva fenomenologico-ermeneutica di indagine. Il contributo invita quindi a prestare attenzione alla profondità dell'esperienza spaziale, che può aprire a un quid che pur resta non spazializzabile. È su questa strada che viene anche ripresa la riflessione sulla dimensione del sacro.

This reflection starts from the current philosophical debate among some theories of justice which question social bond and what legitimizes it, take into consideration also the role of religion. They address the issue from different perspectives which must be evaluated as well as integrated: especially in reference to theoretical paradigms focusing on the consideration of spatiality, and of ‘spatial justice’. Taking the suggestion to assume, in an explicit way, the consideration of spatiality as an integral human factor, also to understand the religious phenomenon an unusual phenomenological-hermeneutical research seems to opens. Thus, the contribution invites to pay particular attention to the depth of the spatial experience that can open a ‘quid’ which however remains non-spatiable. On this path that the reflection on the sacred dimension is reprised.

     
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