FILOSOFIA E TEOLOGIA
Sito ufficiale dell'Associazione Italiana per gli Studi di Filosofia e Teologia (AISFET)
 
Autore  
Matteo BIANCHIN
Titolo  
Cose da non credere
Pagine  
525-540
Abstract  

La superstizione sembra sfuggire a qualsiasi tentativo di definizione. Non è un fenomeno psicologico, né ha un’epistemologia peculiare. Cosa qualifichi certe credenze come superstiziose dipende largamente dal contesto e non disponiamo di un criterio per demarcare in linea di principio ragione e superstizione. Ma questo significa soltanto che non possiamo che deliberare nel merito, di volta in volta, secondo il miglior argomento. E questo rivela che non è possibile sottrarre al giudizio quello che crediamo. Nella lotta alla superstizione non c’è più di questo, ma niente di meno. Da questo punto di vista la superstizione dice qualcosa della razionalità e della religione.

Superstitio seems to escape every attempt of definition: it is not a psychological phenomenon and it does not have a peculiar epistemology. What labels some beliefs as superstitious depends broadly on the context and we don’t have a criterion to mark the boundaries between reason and superstition. We can only decide about this from time by time according to the best argument. That means that we cannot avoid judging our beliefs. In the struggle against superstition there is nothing more, nothing less. From this point of view superstition says something about reason and religion.

     
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